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Stampa 3D e Industria 4.0:
agevolazioni fiscali 2023 e come utilizzarle al meglio

Che cos'è Industria 4.0?

Con il termine Industria 4.0 si indica il processo di digitalizzazione del settore manifatturiero, con il rinnovo del modello di produzione e gestione aziendale. In questo nuovo modello c’è una continua interazione tra la macchina e l’uomo, con l’obiettivo di avere sempre sotto controllo tutti i parametri del ciclo produttivo di un’azienda, per poterne ottimizzare i processi e limitare gli sprechi. 

 

La misura del credito di imposta per l’industria 4.0 è un’agevolazione fornita dal Ministero delle imprese e del Made in Italy, ex Mise (Ministero dello sviluppo economico).

Lo scopo è quello di potenziare la competitività delle aziende manifatturiere italiane tramite l’inserimento di nuove tecnologie come forma di impianti, macchinari e software volti ad ottimizzare i processi e a limitare gli sprechi tenendo sotto controllo il ciclo produttivo.

In generale la misura non è stata istituita unicamente per rinnovare il parco macchine delle aziende ma per creare un ecosistema di macchinari e software in grado di scambiare dati l’un l’altro per monitorare l’intero processo produttivo.

I cardini dell’industria 4.0 possono essere riassunti in 3 punti: 

  • Connessione tra sistemi fisici e digitali
  • Gestione e interpretazione dei dati 
  • Flessibilità e velocità di reazione attraverso l’analisi dei dati  

Quali sono gli obiettivi dell’Industria 4.0?

Perché ci si sta spostando verso questo nuovo modello produttivo? Per rispondere alle richieste del mercato in continua evoluzione.  

Il mercato chiede alle aziende di essere più flessibili e reattive, di migliorare l’efficienza del ciclo produttivo senza appesantirne i processi. Richiede una riduzione del time-to-market, con prodotti e progetti nuovi in un tempo sempre minore 

Il recente aumento esponenziale dei costi dell’energia, delle materie prime e dei carburanti impone poi alle aziende la massima ottimizzazione della distribuzione dei prodotti 

Infine, il mercato richiede prodotti sempre più innovativi e rispondenti alle reali esigenze dell’utente 

Che cosa sono le smart factory?

Le smart factory sono delle fabbriche digitali che rispondono molto bene ai requisiti e agli scopi della misura del credito di imposta per l’industria 4.0 dato che i processi produttivi che avvengono al loro interno prevedono la collaborazione di tutti gli elementi che compongono il ciclo di produzione (gli operatori, i macchinari e i software) tramite lo scambio di dati per il monitoraggio delle attività.

Questa comunicazione è implementata dall’infrastruttura informatica dell’azienda 4.0: tutti i sistemi sono perfettamente integrati e interconnessi. 

I processi industriali della smart factory riservano una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e all’utilizzo di energie sostenibili: questo sia per un beneficio delle generazioni presenti e future, ma sicuramente anche per una questione di riduzione dei costi. 

Come si posiziona la stampa 3D all’interno dell’Industria 4.0?

All’interno del processo di rinnovamento aziendale, la manifattura additiva è tra le tecnologie abilitanti al 4.0. 

Dalla produzione centralizzata a un nuovo modello decentralizzato

Per oltre cento anni il mercato ha richiesto grandi quantità di prodotti, realizzati a basso costo e distribuiti in tutto il mondo. Il modello di impresa che si è consolidato è quello centralizzato, con una produzione in un’unica sede, all’occorrenza delocalizzata nei luoghi dove la manodopera ha un costo inferiore, spesso a scapito del livello qualitativo. 

Oggi invece le richieste del mercato stanno andando in una direzione opposta. Il mercato richiede prodotti innovativi, qualitativamente sempre migliori, realizzati in tempi rapidi ma in quantità ridotte rispetto al passato. Chiede inoltre sempre più prodotti personalizzati. 

I nuovi requisiti del mercato si scontrano con il modello produttivo precedente, la cui struttura non permetterebbe di essere competitivi a fronte di queste richieste.  

Ed ecco che la manifattura additiva e in particolare le stampanti 3D industriali 4.0 permettono di rispondere a queste nuove esigenze. 

La produzione digitale infatti consente di non dover più muovere oggetti fisici dalle diverse parti del mondo: è possibile trasferire file e progetti digitali tra una sede e l’altra per poter garantire la produzione in loco.

Le stampanti 3D 4.0, oltre ad essere connesse in rete, sono interconnesse con le intelligenze artificiali, e di conseguenza permettono di affinare i parametri di produzione di un oggetto migliorando ulteriormente l’affidabilità dell’intero processo.

La sostenibilità della produzione additiva

La manifattura additiva è inoltre una soluzione attenta all’ambiente: il prodotto si concretizza strato su strato e riduce notevolmente gli scarti di materiale presenti invece con la tradizionale produzione sottrattiva.  

E poi la stampa 3D permette di produrre solo il quantitativo richiesto e solo nel momento in cui serve 

Tutti i vantaggi della stampa 3D

L’introduzione dell’additive manufacturing contribuisce notevolmente nella riduzione del time-to-market. Da sempre la stampa 3D è apprezzata proprio per la possibilità di fare prototipazione rapida e ridurre i tempi di immissione sul mercato di un prodotto. 

La stampa 3D: 

  • Riduce i tempi di realizzazione di un nuovo prodotto
  • Permette di fare innumerevoli iterazioni e arrivare a un design migliore  
  • Un design migliore si traduce in una maggiore efficienza, minori emissioni, un miglior esercizio in generale e di conseguenza una maggior durata nel tempo del prodotto 
  • Permette di rispondere alle richieste di variazioni di design imposte dal mercato a basso costo  

 Tutto ciò permette di offrire un prodotto migliore.  

La stampa 3D è uno strumento molto valido sia lungo la supply chain, sia per il servizio post-vendita 

Si prenda ad esempio il problema dei pezzi di ricambio. Ci sono componenti o prodotti, magari anche datati, per cui non è giustificato avere enormi scorte di magazzino. Ogni azienda desidera soddisfare al meglio i suoi clienti e fornire parti di ricambio dei suoi prodotti anche a distanza di tempo. Tuttavia, i costi per la loro realizzazione con le tecnologie tradizionali e il successivo stoccaggio sono molto elevati. La produzione digitale invece, permette alle aziende di ottenere i componenti richiesti semplicemente da un file e di realizzarne, in modo assolutamente conveniente e in qualunque momento, solo il quantitativo necessario. 

La possibilità offerta dalla manifattura additiva di realizzare, internamente all’azienda, prodotti finiti ma anche ricambistica degli impianti industriali stessi, permette di ridurre i tempi di approvvigionamento della componentistica. Questi spesso si rivelano particolarmente lunghi se si è costretti a ricorrere a fornitori esterni. In questo modo si riducono al minimo i tempi di fermo macchina, che costituiscono un costo molto elevato per l’azienda.

Grazie alla stampa 3D e la produzione basata sulla domanda, la supply chain viene ottimizzata: si produce in maniera rapida solo ciò che serve e solo quando serve. 

La possibilità di produrre localmente il pezzo, evita di dover movimentare grandi quantitativi di prodotti in tutto il mondo, permette una drastica diminuzione dei costi e dell’impatto negativo sull’ambiente. Si riducono emissioni, costi logistici, trasporti e si abbattono anche le barriere della distanza.

La situazione mondiale attuale (pandemia, guerra) ci ha mostrato la complessità e la fragilità degli equilibri globali e ha evidenziato la forte dipendenza dall’estero. La conseguenza sono ritardi di forniture, blocchi e problematiche varie legate all’approvvigionamento di componentistica ma anche di materie prime. 

La stampa 3D è un forte incentivo alle produzioni locali: può aiutare le aziende a riportare all’interno dei confini nazionali quelle produzioni che oggi vengono fatte all’estero, rendendo la produzione italiana più indipendente dagli altri paesi. 

Le misure a sostegno degli investimenti 4.0 per il 2023 

Lo stato italiano vuole sostenere questa migrazione industriale e ha previsto numerose e importanti misure a sostegno della realizzazione di nuove smart factory.

Per l’anno 2023 sono previste tre categorie di agevolazioni:

Crediti d’imposta per beni strumentali e beni 4.0 interconnessi
La nuove legge Sabatini Green per il 2023
Credito d’imposta per il Sud Italia

Credito d’Imposta per beni strumentali e beni 4.0 interconnessi

Ci sono stati degli aggiornamenti rispetto alle condizioni vigenti fino al 31 dicembre 2022. Dal 1° gennaio 2023 fino al 31 dicembre 2025 il contributo del credito di imposta presenta le seguenti percentuali aggiornate per i beni materiali:

Il 20% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro recuperabili in 3 anni

Il 10% per gli investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro recuperabili in 3 anni

Il 5% per gli investimenti da 10 a 20 milioni di euro recuperabili in 3 anni

Per gli investimenti su beni immateriali come software e piattaforme di importo massimo di 1 milione di euro:

Il 20% per investimenti fino al 31 dicembre 2023 recuperabili in 3 anni

Il 15% per investimenti. fino al 31 dicembre 2024 recuperabili in 3 anni

Il 10% per investimenti fino al 31 dicembre 2025 recuperabili in 3 anni

Il credito d’imposta è riconosciuto per investimenti fino al 30 giugno 2026, a condizione che entro il 31 dicembre 2025 l’ordine risulti accettato e sia avvenuto il pagamento di acconti pari al 20% del costo di acquisizione.

 

 Il 2023 è sicuramente il momento giusto per investire nella tecnologia di stampa 3D! 

Per ulteriori dettagli e informazioni è possibile consultare il sito del Mimit alla pagina: https://www.mimit.gov.it/it/incentivi/credito-dimposta-per-investimenti-in-beni-strumentali

La nuove legge Sabatini Green per il 2023

I benefici finanziari legati all’investimento in tecnologie green

Tra i benefici messi in atto dal MIMIT (Ministero italiano del made in Italy) prima chiamato MISE (Ministero dello sviluppo economico), figura al primo posto la nuova Sabatini Green, una misura messa in atto per stimolare le aziende del settore manifatturiero a migliorare i propri processi produttivi dotandosi di risorse all’avanguardia.

A quanto ammontano gli incentivi?

L’agevolazione prevista viene somministrata sotto la forma di un contributo in conto impianti rapportato agli interessi che vengono richiesti per un finanziamento di durata di 5 anni e di importo uguale all’investimento sostenuto.

Sono previsti 3 diversi livelli di contributo:

2,75% annuo, (7,7% dell’investimento totale) per investimenti ordinari

3,575% annuo, (10,09% totale) per investimenti green

3,575% annuo, (10,09% totale) per investimenti legati all’industria 4.0 per aziende del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia)

Per investimenti legati all’industria 4.0 si intende un bene con caratteristiche di controllo CNC o PLC, interconnessione con sistemi informatici della fabbrica, integrazione con i sistemi logistici della fabbrica o del sistema produttivo, aderenza alle linee guida sulla sicurezza del luogo di lavoro e interfaccia uomo/macchina.

Investimenti Green se riconosciuti come investimenti in beni con basso impatto ambientale e volti a migliorare l’ecosostenibilità dei processi produttivi tramite un’autodichiarazione.

Da quando si può fare domanda di accesso al fondo Sabatini Green e per quali forme di investimento?

La domanda per accedere al fondo Sabatini Green può essere presentata a partire dal 02/01/2023.

Il finanziamento da parte dell’azienda deve essere: finanziamento bancario classico, leasing o fondo di garanzia per PMI (fino all’80% del finanziamento totale).

L’investimento deve essere completato entro 12 mesi dall’ottenimento del contributo.

Chi può accedere al finanziamento?

Tutte le piccole e medie imprese che hanno sostenuto un investimento di importo compreso tra i 20.000 e i 4 milioni di euro interamente rivolto a migliorare la sostenibilità dei propri processi produttivi inserendo un nuovo bene tra le risorse aziendali.

Quali sono i beni per i quali si può richiedere la Sabatini Green?

Questa misura può essere legata all’acquisto di:

  • Impianti
  • Macchinari
  • Attrezzature
  • Beni strumentali
  • Software
  • Hardware
  • Tecnologie digitali

Sono esclusi i beni usati e con immobilizzazioni già in corso. Devono essere beni autonomi, in grado di svolgere la loro funzione senza altri oggetti a supporto.

 

Per ottenere maggiori informazioni sul tema vi rimandiamo al link per la pagina del MISE:

https://www.mimit.gov.it/it/incentivi/agevolazioni-per-gli-investimenti-delle-pmi-in-beni-strumentali-nuova-sabatini

Credito d’imposta per il sud Italia

Credito di imposta per il mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sardegna, Sicilia, Abruzzo) è confermato fino al 31 dicembre 2023.

Il credito di imposta corrisponde al:

  • 45% per piccole imprese (da 10 a 49 occupati; fatturato o bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro)
  • 35% per medie imprese (occupano meno di 250 dipendenti. Il loro fatturato deve essere inferiore a 40 milioni di euro o il loro bilancio annuo inferiore a 27 milioni di euro)
  • 25% per grandi imprese (oltre 249 occupanti; fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro, bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro)

A tutto questo c’è da aggiungere il vantaggio legato al fatto che il credito d’imposta è esente da IRES e IRAP.

Riepilogando: i vantaggi fiscali per l’anno 2023, soprattutto in caso di interconnessione del bene, sono particolarmente vantaggiosi. Le misure sono cumulabili, permettendo di arrivare a un incentivo totale fino al 20%, e quasi dell’65% per le aziende del sud Italia.

Per vedere nei dettagli gli incentivi proposti per il Mezzogiorno è possibile consultare la pagina dedicata del Mimit: https://www.mimit.gov.it/it/incentivi/credito-di-imposta-per-gli-investimenti-nel-mezzogiorno-imprese-e-competitivita-2014-2020-fesr

Perché interconnettere i beni 4.0 e come farlo?

La manifattura additiva è una tecnologia abilitante al 4.0. La gamma di stampanti 3D industriali selezionata da 3DZ è 4.0 ready.

Tuttavia, come già evidenziato, per trasformare la propria attività in un’azienda 4.0, non basta investire nell’acquisto di nuovi macchinari, ma è necessario che tutte le attrezzature 4.0 siano interconnesse tra loro attraverso i sistemi informativi aziendali e che tutto l’ecosistema dialoghi.

Se un’azienda decide di non interconnettere i propri strumenti, non potrà  godere dei benefici fiscali aggiuntivi; le agevolazioni previste per gli investimenti di beni 4.0 interconnessi sono molto più vantaggiose.

Come avviene dunque questa interconnessione?

Vista l’importanza dei benefici economici legati a questo tipo di investimento, è necessario che la procedura di interconnessione sia certificata e rispetti 7 requisiti fondamentali e definiti dalla legge. 

I requisiti previsti per legge per l’interconnessione 4.0 di un bene sono di varia natura (meccanica, elettronica, di conoscenza della macchina, legali, ecc).

Sono obbligatori 5 requisiti su 5​ dei seguenti:

  1.  controllo per mezzo di CNC (Computer Numerical Control) e/o PLC (Programmable Logic Controller)
  2.  interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program
  3.  integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo
  4.  interfaccia tra uomo e macchina semplici e intuitive
  5.  rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro

Sono obbligatori 2 tra i seguenti 3:

  1. sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto, 
  2. monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo,
  3. caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico)

 

Qualunque bene non rispetti almeno i 7 requisiti, non può, per legge, essere definito bene 4.0 interconnesso.

È evidente che per poter certificare che la propria stampante 3D li rispetti tutti e possa essere interconnessa è richiesta quindi una competenza multidisciplinare, che spazia dall’informatica, all’elettronica, all’automazione e alla sicurezza

Per i beni sotto i 300.000€ può essere sufficiente un’autocertificazione, con la quale l’amministratore delegato dell’azienda si assume comunque tutte le responsabilità civili e penali di quanto attestato.

Per gli investimenti di importo superiore è obbligatoria la perizia giurata di un consulente esterno. Il perito redige una relazione che comprende un vasto numero di dati tecnici per dimostrare che la macchina acquistata rientra in una delle tipologie dei beni previsti dalla legge per le agevolazioni e che soddisfa i requisiti tecnici obbligatori. Ciò comporta l’assunzione di responsabilità rispetto a quanto attestato da parte dell’ente certificatore

Proprio per l’importanza dei benefici legati alla corretta interconnessione del bene, ma anche della responsabilità della dichiarazione, è consigliato far effettuare la perizia giurata, indipendentemente dall’importo dell’investimento.

La soluzione chiavi in mano per ottenere gli incentivi 4.0 senza pensieri: 3DZ Service Plan

Le misure a sostegno degli investimenti previsti per l’anno 2022 sono numerose e decisamente favorevoli. Ma per poter interconnettere il proprio bene 4.0 e certificare l’investimento, così da beneficiare appieno di tutti i vantaggi fiscali, sono richieste competenze specifiche e multidisciplinari.

3DZ, rivenditore dei migliori brand di stampanti e scanner 3D, che da oltre 10 anni accompagna le aziende nella scelta della tecnologia più adatta, ha messo a punto un esclusivo pacchetto chiavi in mano per assistere le imprese anche in questa fase, che rischia di rivelarsi burocraticamente e tecnicamente complessa se non si hanno a disposizione le competenze giuste.

Un esempio attuale di agevolazione interessante, che tuttavia può rivelarsi di difficile accesso, è il superbonus 110%: requisiti, procedure e norme sono complessi. Il timore di errate interpretazioni e conseguenti sanzioni può costituire un ostacolo per chi vorrebbe usufruirne. Risulta inoltre molto difficile trovare un unico referente che sia in grado di seguire le pratiche necessarie dall’inizio alla fine.

 

Il 3DZ Service Plan 4.0 permette di accedere a tutti gli incentivi legati all’industria 4.0 senza pensieri: 3DZ si occuperà di tutto, in particolare:

  • Fornire la stampante 4.0 ready, ovvero certificata per Industria 4.0
  • Rendere operativa la piattaforma software dedicata alla gestione dei dati 4.0
  • Effettuare l’interconnessione e fornire l’assistenza tecnica
  • Fornire la perizia giurata di un ente terzo indipendente, che si assume interamente la responsabilità di quanto attestato.

Il 3DZ Service Plan 4.0 è il pacchetto chiavi in mano che ti permetterà di trarre da subito il massimo vantaggio dal tuo investimento 4.0, senza pensieri!

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