La più grande statua stampata in 3D: una riproduzione identica all’originale per dimensioni ma 35 volte più leggera. Realizzarla è stata una sfida che 3DZ ha affrontato con piacere.
Expo2020 ha finalmente aperto i battenti a Dubai e la riproduzione perfetta del David di Michelangelo è protagonista del Padiglione Italia. Un lavoro corale di professionisti e maestranze tutte italiane. David, la statua simbolo del Rinascimento, vuole essere anche un segno di rinascita e speranza dopo un periodo di difficoltà a livello mondiale.
INIZIA L’AVVENTURA
3DZ è stata selezionata e ha accettato la sfida di realizzare in 3D la copia perfetta dell’opera michelangiolesca: è stato l’inizio di un percorso di sperimentazione e analisi delle tecnologie di stampa disponibili per poter ottenere una riproduzione davvero perfetta.
“Per 3DZ è stato un onore collaborare a questo importante progetto per Expo 2020, mettendo a disposizione le proprie competenze in materia di stampa 3D professionale”, spiegano Andrea Simeoni, CEO 3DZ SpA e Stefano Giacometti, area manager 3DZ Arezzo.
“Una volta vinto il progetto, abbiamo avuto l’onore di accedere alle Gallerie dell’Accademia per ammirare il David originale, da soli, senza pubblico. La statua era tutta per noi: trovarsi davanti a questo colosso è stata un’emozione incredibile. E’ un’opera maestosa che riesce a trasferirti un senso di soggezione e di forza, ci ha fatto tremare le gambe: in quel momento ci siamo resi conto effettivamente di che cosa avremmo dovuto ricreare“.
Stefano Giacometti
Sotto la guida della coordinatrice del progetto, la Prof.ssa Grazia Tucci dell’Università di Firenze, l’opera michelangiolesca è dapprima stata completamente digitalizzata. Con l’impiego di precisi scanner 3D sono stati acquisiti tutti i dati per preparare i file di stampa. Effettuare un’accurata scansione della statua è stato come aver realizzato un calco virtuale del David che avrebbe poi permesso la perfetta stampa in 3D del modello.
TUTTE LE SFIDE DELLA RI-PRODUZIONE IN 3D
“Una volta ricevuto il file digitale è effettivamente cominciato il nostro lavoro“, racconta ancora Stefano Giacometti. “Da lì abbiamo avviato l’analisi per cercare di capire qual era la soluzione tecnologica più in linea rispetto alle esigenze del progetto. Abbiamo eseguito numerose prove per mettere a confronto tecnologie ma anche materiali diversi, per verificare i vari livelli di finitura ottenibili e la resistenza meccanica“.
“Per la squadra 3DZ è stata una sfida incredibile, una di quelle che ti capitano una sola volta nella vita: realizzare una replica esatta e a grandezza reale di un colosso di 7,16 metri costituiva già una prova importante. Ma questa sfida non è stata l’unica e ne implicava altre: il rispetto delle tempistiche richieste e la realizzazione di quest’opera imponente con un peso decisamente minore rispetto all’originale”.
Nel Cinquecento, per realizzare il suo capolavoro, Michelangelo è partito da un imponente blocco di marmo dal peso di ben cinque tonnellate. E con maestria, pazienza e scalpello, nell’arco di tre anni, l’artista ha sapientemente asportato il marmo superfluo, fino a lasciare solo quello che oggi vediamo in questa scultura perfetta.
DALLO SCALPELLO ALLA MANIFATTURA ADDITIVA
La manifattura additiva invece non prevede scarti di lavorazione: la realizzazione del pezzo avviene con la graduale aggiunta di materiale, strato dopo strato, fino ad arrivare al risultato finale.
Per portare a termine questa riproduzione a grandezza reale, 3DZ ha avuto a disposizione soltanto 3 mesi .
Per la realizzazione di buona parte del gemello del David 3DZ ha scelto la tecnologia del partner 3D Venice, ovvero una stampante 3D dall’area di stampa particolarmente ampia che impiega un gel a polimerizzazione istantanea.
Per stampare invece le parti che richiedevano un maggior grado di dettaglio, come ad esempio mani e i particolari del viso, 3DZ ha utilizzato diverse tra le tecnologie a resine di cui dispone: ha scelto la stampante Form 3L di Formlabs per alcuni dettagli del volto, in virtù della precisione e del livello di dettaglio di questa tecnologia e Nxe 400 di Nexa3D, la stampante a resina più veloce sul mercato, per produrre invece alcuni particolari delle mani e dei piedi.
La sfida è stata riuscire a ottenere parti stampate in 3D che rispecchiassero esattamente tutti i dettagli e anche le imperfezioni dell’opera originale, che fossero resistenti per reggere l’imponente struttura in tutta sicurezza, ma fossero nel contempo abbastanza leggere da non andarla ad appesantire inutilmente. Per ricreare la gigantesca riproduzione dell’opera di Michelangelo sono stati realizzati 14 blocchi, che sono poi stati ricomposti in una seconda fase. 3DZ si è occupata della progettazione degli incastri, per assicurarsi che i vari elementi si unissero alla perfezione.
LA RIFINITURA
Per rendere il modello stampato in 3D uguale all’originale, il restauratore Nicola Salvioli, esperto nel campo del restauro italiano su grandi sculture, ha lavorato con il suo team per rivestire il prodotto di stampa 3D con un impasto di resine e polvere di marmo di Carrara, così da donare all’opera una “pelle” utile a ricreare a tutti gli effetti la magia e il coinvolgimento emotivo dell’opera originale.
IN VIAGGIO CON IL DAVID
3DZ si è poi occupata del coordinamento di tutte le fasi successive:
Una volta terminato il processo di finitura, le varie parti stampate in 3D sono state assemblate per ricreare il gemello del David in tutta la sua maestosità.
Dopo una delicata operazione di sollevamento è cominciato il viaggio del Gemello del capolavoro di Michelangelo verso il Teatro della Memoria del Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai.
La copia fedele del David è stata alloggiata accuratamente in una cassa opportunamente sagomata con dime che 3DZ ha progettato appositamente per mantenere ferma la statua durante il viaggio e assicurarsi che arrivasse a destinazione in tutto il suo splendore.
Dal laboratorio del restauratore nel centro storico di Firenze, David è poi volato verso Dubai con un cargo partito da Milano.
L’EMOZIONE DELL’INSTALLAZIONE A DUBAI
Al suo arrivo a Dubai, c’è voluta una gru e varie manovre per riuscire a spostare e posizionare l’opera nel Padiglione Italia e andare così ad occupare il fulcro del teatro della Memoria. L’opera riprodotta in 3D è talmente imponente e maestosa che parte della struttura del Padiglione è stata costruita attorno al David dopo il suo posizionamento.
Ora i visitatori di Expo2020 possono ammirare la perfetta riproduzione del David in 3D in tutta la sua magnificenza.
“Quando ho visto il risultato finale stampato in 3D, ho provato la stessa emozione e lo stesso senso di soggezione che avevo percepito davanti all’originale: in quel momento mi sono reso conto che la nostra grande squadra aveva realizzato qualcosa di davvero unico e straordinario.
Connecting minds to create the future, il tema di Expo Dubai è un tema importante che invita a connettere e unire le menti per creare il futuro. Questa forse è la sintesi del progetto che abbiamo portato avanti: una serie di professionisti e di maestranze italiani che sono state messe insieme per creare qualcosa di nuovo.
Qualcosa di unico, che non era mai stato fatto in precedenza. E’ stato un miracolo della tecnologia, ma anche delle persone che vi hanno lavorato.“
(Stefano Giacometti)